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L’inclusione costituisce l’esito di un processo, sche si svolge su 4 piani e si articola in 3 livelli (Cottini, 2017).


Primo piano dell’inclusione scolastica

Cottini (2017) individua come prima fase l’implementazione dei presupposti inclusivi, che dovrebbe essere chiari a tutti i docenti e condivisi da tutti. I princìpi inclusivi dovrebbero dunque rappresentare un punto di riferimento a cui rifarsi e che sia da guida per l’agire quotidiano dei docenti.

Secondo piano dell’inclusione scolastica

Il secondo piano da prendere in considerazione è quello dell’organizzazione del contesto, che dovrebbe essere costruito in funzione degli obiettivi educativi inclusivi e dei princìpi individuati.

Terzo piano dell’inclusione scolastica

Segue il piano metodologico-didattico, che comprende l’insieme di metodologie didattiche inclusive a cui gli insegnanti possono ricorrere.

Da leggere: elenco di 25 metodologie didattiche (con manuale)

Quarto piano dell’inclusione scolastica

Infine, vi è il piano dell’evidenza empirica, ovvero della verifica della qualità ed efficacia delle metodologie didattiche prese in considerazione.

Nello specifico delle metodologie didattiche che è possibile adottare, è dunque necessario integrare differenti attività e pratiche educative, poiché l’inclusione non rappresenta l’esito di un percorso di apprendimento lineare, ma piuttosto il risultato di un processo multidimensionale e sfaccettato, in tre livelli.

Da leggere: 

Primo livello dell’inclusione scolastica

A un primo livello, secondo Cottini (2017), si collocano le metodologie di gestione del clima di classe, dunque gli interventi sugli atteggiamenti degli alunni e sulla loro percezione del compagno con BES o con disabilità, affinché si sviluppi una maggiore empatia e solidarietà, anche tra gli stessi insegnanti curriculari.

Secondo livello dell’inclusione scolastica

A un secondo livello rientrano le diverse strategie educative applicabili a livello di classe, che possono essere di stampo cooperativo, dunque improntate sulla collaborazione e sulla co-costruzione di conoscenza, cognitive e metacognitive.

Dunque, esse sono incentrate sull’acquisizione di strategie di elaborazione delle informazioni e di riflessione sul processo stesso di apprendimento, socio-emotive e pro-sociali, dunque basate sull’acquisizione di abilità sociali (social skills) che favoriscano la creazione di legami positivi con gli altri.

Terzo livello dell’inclusione scolastica

Al terzo livello si collocano, infine, le strategie specifiche rivolte ai bisogni educativi speciali dell’alunno.

Queste ultime hanno un forte grado di personalizzazione, poiché vengono adattate alle caratteristiche dell’alunno, affinché possa compensare eventuali deficit tramite il ricorso a strumenti e strategie alternative di apprendimento.

Da leggere: 3 metodologie didattiche per l’inclusione


Bibliografia

Cottini, L. (2017). Didattica speciale e inclusione scolastica. Roma: Carocci.

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.