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Per impostare un progetto di psicologia, è possibile fare riferimento a molteplici approcci, che possono essere ricondotti principalmente a 3 (Leone & Prezza, 2016).


Si tratta di tre principali modi di concepire l’intero processo di progettazione, ancor prima di attuarlo, includendo specifici ruoli da attribuire al progettista e ai destinatari, specifici criteri di scelta degli strumenti di attuazione e valutazione delle attività e specifiche preferenze nell’articolare il processo in fasi.

Approccio sinottico-razionale

Il primo approccio è quello sinottico-razionale, basato sull’individuazione preliminare del nesso causa-effetto del problema, poiché il progettista presuppone che alla base di un problema vi possa essere una specifica causa, dunque predispone una serie di operazioni per rimuoverla.

Quindi, in questo approccio, il progettista è una figura autoritaria ed esperta del problema, che formula sulle dinamiche problematiche, basandosi su conoscenze specialistiche della tematica stessa, adotta criteri di valutazione iniziale e finale oggettivi, fondati su dati numerici e analisi statistiche.

Questo approccio è idoneo per svolgere attività standardizzate, su problematiche simili a quelle algebriche, rispetto alle quali è possibile individuare un numero ridotto di cause, facilmente controllabili.

Approccio concertativo-partecipato

Il secondo approccio è quello concertativo o partecipato, basato sul presupposto che molti problemi, soprattutto quelli sociali, psicologici e pedagogici, siano complessi, quindi scaturiscano dall’interazione tra diverse variabili, spesso imprevedibili, dunque non sono risolvibili attraverso algoritmi prestabiliti.

Anche per questo, nell’approccio concertativo, il ruolo del progettista non è centrale, ma lo sono i destinatari, presso i quali va condotta un’accurata analisi dei bisogni e delle aspettative, per conformare le attività al contesto e alle dinamiche che possono verificarsi.

Approccio euristico

Infine, vi è l’approccio euristico, che non fissa un obiettivo a priori, poiché il progettista assume una funzione di facilitatore, concordando con i destinatari ogni fase e attività del progetto.

I destinatari non sono passivi ricettori di un intervento, ma costruttori attivi di esso. Il progettista che aderisce a questo approccio, attiva le risorse, coordina i gruppi di lavoro e stimola un’auto-organizzazione dei destinatari.

Quale approccio preferire

Tra questi approcci, non ce n’è uno migliore in assoluto per impostare progetti in prove, esami e concorsi in psicologia, poiché la scelta di aderire ad uno o all’altro dipende dal problema, dal contesto, dai destinatari e dalle risorse disponibili.

Bibliografia

Leone, L., & Prezza, M. (2016). Costruire e valutare i progetti nel sociale. Manuale operativo per chi lavora su progetti in campo sanitario, sociale, educativo e culturale. Milano: Franco Angeli.

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.