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Definizione e descrizione dei disturbi di personalità secondo il DSM-5 


Definizione

I disturbi di personalità sono alterazioni significative dei pattern emotivi, cognitivi e sociali, che causano una compromissione significa negli ambiti di funzionamento della persona. 

Raggruppamenti

nel DSM-5, idisturbi di personalità sono organizzati in 3 gruppi, che prima si chiamavano cluster.

Il gruppo A include le personalità eccentriche o bizzarre. Il gruppo B include personalità emotive, imprevedibili e amplificate. Il gruppo C include personalità ansiose e timorose.

I diversi disturbi di personalità inclusi in questi 3 gruppi sono accomunati da alcuni aspetti, elencati nel “disturbo di personalità in genere” (APA, 2014, p. 749), che non è un vero e proprio disturbo diagnosticabile, ma appunto è un compendio di tutti gli aspetti condivisi dai diversi e specifici disturbi di personalità, una sorta di definizione con la specificazione delle varie caratteristiche comuni. Questi aspetti sono (APA, 2014, p. 749):

  1. Un pattern abituale di pattern costante di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo. Questo pattern si manifesta in due (o più) delle seguenti aree:
  2. Cognitività (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti).
  3. Affettività (cioè varietà, intensità, abilità e adeguatezza della risposta emotiva).
  4. Funzionamento interpersonale.
  5. Controllo degli impulsi.
  6. Il pattern abituale risulta inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali.
  7. Il pattern abituale determina disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
  8. Il pattern è stabile e di lunga durata, e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta.
  9. Il pattern abituale non risulta meglio giustificato come manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale.
  10. Il pattern abituale non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di un’altra condizione medica (per es., un trauma cranico).

Comorbidità

I disturbi di personalità tendono ad associarsi ad altri disturbi clinici, tra cui: 

  • Disturbi dell’umore: I disturbi di personalità possono spesso manifestarsi insieme ai disturbi dell’umore, come la depressione maggiore o il disturbo bipolare. Ad esempio, il disturbo borderline di personalità può essere particolarmente associato alla depressione.
  • Disturbi d’ansia: Gli individui con disturbi di personalità possono anche sperimentare disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzata o i disturbi di panico.
  • Disturbi dell’alimentazione: I disturbi di personalità possono essere collegati a disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia nervosa o la bulimia.
  • Disturbo da abuso di sostanze: Le persone con disturbi di personalità possono avere una maggiore tendenza al consumo di sostanze o sviluppare un disturbo da abuso di sostanze.
  • Disturbi psicotici: I disturbi di personalità possono presentarsi insieme a disturbi psicotici, come la schizofrenia o il disturbo schizoaffettivo.
  • Disturbi dell’umore bipolari: I disturbi di personalità possono essere associati a disturbi dell’umore bipolari, in cui l’individuo sperimenta alternanza di fasi di depressione e mania.
  • Disturbo da gioco d’azzardo: In alcuni casi, i disturbi di personalità possono associarsi al disturbo da gioco d’azzardo.
  • Disturbi del controllo degli impulsi: I disturbi di personalità possono essere correlati a disturbi del controllo degli impulsi, come il disturbo di controllo degli impulsi non specificato.

Per questo, è opportuno procedere oltre il sintomo, ricostruire il profilo globale del funzionamento della persona nel suo contesto e utilizzare strumenti validati per formulare una diagnosi.

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.