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Ecco 4 problemi nella preparazione di prove di abilitazione, esami e concorsi in psicologia. 


1) L’omologazione: compiti scritti ed esposizioni orali tutti uguali

Dopo che ho inventato il 1° kit per l’Esame di Stato di Psicologia, sono nate tante imitazioni che hanno creato omologazione.

Tanti corsi hanno rilanciato contenuti e strategie del kit e creando così compiti standardizzati, tutti uguali.

Per superare l’esame, occorre differenziarsi. Il che non significa rincorrere un nuovo autore, una nuova teoria o una nuova nozione che neanche i prof conoscono, ma dare un taglio pratico alla prova, differenziarti per il modo ragionato con cui la svolgi.

Non è solo il “cosa” a salvarti dall’omologazione, ma soprattutto il “come”.

2) Materiali “patchwork” 

Ormai proliferano i kit, che diventano patchwork di contenuti presi da tante fonti, con strutture rigide, come se ci fossero modalità standard di fare le prove d’esame.

Occorre flessibilità nei contenuti e nelle modalità di svolgimento.

3) Lo studio nozionistico-ossessivo 

Ormai per ci sono fin troppi contenuti gratis. Si rincorre l’ultimo autore, l’ultimo dettaglio, l’ultimo puntiglio che spesso neanche i prof conoscono, rendendo lo studio stressante e ansiogeno.

La preparazione di esami, prove e concorsi è un momento di crescita personale e di avvio alla professione, non un affastellamento di dati.

4) L’interpretazione letterale e rigida di tracce e richieste dei commissari

L’italiano, per ogni termine, ammette più significati. Il commissari opuò usare una parola e internderla in un modo, mentre il candidato la intende in un altro. Qui nacono equivoci che portano a sbagliare, considerando comunque che l’errore è relativo, cioè consiste nella mancata corrispondenza tra l’aspettativa di risposta che ha il commissario e la risposta effettiva del candidato. 

Di fronte a una traccia  o a una richiesta, è opportuno:

1) “tradurla”, per ricondurre il termine usato dalla traccia a uno degli argomenti che hai studiato.

Non pensare di non sapere l’argomento solo perché la traccia lo chiama in modo diverso da quello riportato sui tuoi materiali.

E’ possibile che sai l’argomento, ma sotto un altro nome.

2) scomporla, per ricavare i punti specifici da sviluppare.

Occorre svilupparli tutti, nell’ordine richiesto, così i commissari vedono che ti sei attenuto alle loro richieste.

3) spiegare come una teoria psicologica possa aiutare a comprendere e ad affrontare un problema.

Questa è una parte concreta del compito, sempre più apprezzata, per dareun taglio pratico alla teoria. 

 

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.