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Incentivare la lettura ad alta voce da parte di figure affettive e legate al contesto familiare, come possono esserlo i nonni, può a sua volta stimolare il bambino a proseguire il percorso di lettura in modo autonomo, una volta che, nel passaggio alla scuola primaria, imparerà a leggere e a scrivere.


L’ascolto delle favole lette ad alta voce è un’esperienza educativa che stimola lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.

Infatti, nella pratica di lettura ad alta voce il lettore trasmette una parte di sé all’altro e si rende partecipe di un atto creativo, che arricchisce il contenuto del brano attraverso l’espressività, il tono della voce e anche la partecipazione del linguaggio non-verbale.

Il piacere dell’ascolto può essere educato già a partire dalla scuola dell’infanzia, attraverso filastrocche e canzoni che stimolano il bambino a prestare attenzione, a memorizzare sequenze di testo, a elaborarne autonomamente il senso e ad arricchire, indirettamente, anche il proprio bagaglio linguistico ed espressivo.

Già in queste fasi, emerge un elemento centrale nella pratica di lettura ad alta voce, ovvero la vicinanza fisica tra il bambino e l’insegnante che legge.

Questo permette di stabilire una relazione intima tra l’insegnante e gli alunni, anche all’interno della classe scolastica, improntata sulla complicità, sul rispetto dei turni e sulla partecipazione spontanea, fornendo inoltre un modello di comportamento da imitare.

Inoltre, questa pratica produce effetti positivi anche sul lungo periodo, stimolando nel bambino la volontà di leggere anche al di fuori dell’orario scolastico.

Sembra inoltre che questi effetti possano essere incrementati sottoponendo l’oggetto-libro al bambino fin dal primo anno di vita, per aiutarlo a familiarizzare con esso.

Queste considerazioni sono confortate anche da alcune ricerche didattiche, che rientrano nella cosiddetta early literacy o visual literacy ed evidenziano l’importanza della lettura ad alta voce nei primi mille giorni di vita del bambino, che si riflette anche sulle età della vita successive.

Gli studi recenti hanno infatti evidenziato che, rispetto a ogni altro sotto-genere letterario dedicato all’infanzia, le favole siano le più indicate per lo sviluppo di abilità linguistiche nei bambini in età evolutiva.

In particolare, sembra che proprio la componente fortemente orale della favola, il linguaggio quotidiano e l’uso alternato del discorso diretto e di quello indiretto, la semplicità della sua struttura e la familiarità dei personaggi presentati, che rispondono a precisi archetipi, la rendano facilmente memorizzabile per il bambino, aiutandolo a interiorizzare strutture linguistiche e nuovi vocaboli.

Oltre alla lettura di favole, in ambito scolastico si può procedere alla costruzione di esse.

Uno strumento creativo di costruzione di favole sono le carte di Propp, un mazzo di carte basate sullo “schema di Propp”, elaborato dall’omonimo linguista sulla base dei suoi studi sulla struttura della favola.

Ciascuna carta raffigura una specifica funzione relativa alla struttura della favola e ai personaggi principali, basata su sequenze, immagini e figure archetipiche, che sollecitano in modo spontaneo la fantasia del bambino, riconnettendosi alla forma del mito e della leggenda.

La descrizione presente su ciascuna carta fornisce spunti per stimolare le competenze narrative ed espressive del bambino, senza imporre strutture narrative eccessivamente rigide o vincolanti.

In questo modo, viene fornita una base iniziale, ma il bambino è lasciato libero di immaginare gli eventi successivi a partire da questa traccia, confrontandosi con gli altri e sviluppando un senso di coerenza logica, spaziale e temporale degli eventi.

Le Carte di Propp sono suddivise in 5 colori, corrispondenti alle 5 fasi della struttura narrativa della favola. In questo modo, esse vengono pescate a turno seguendo l’ordine dei colori e, sulla base degli spunti forniti da ciascuna carta, ogni bambino aggiunge un elemento della storia, su cui gli altri si baseranno per l’evoluzione del racconto.

Un punto di forza della lettura di favole è legato all’aspetto insieme ricettivo e creativo dell’esperienza della lettura.

Per evitare di “passivizzare” i bambini, ho sempre cercato di coinvolgerli attivamente e di fargli percepire che la lettura non è un’attività statica e noiosa, ma che essa permette di creare storie, di immaginarle, di rappresentarle mentalmente.

 

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.