Esame di Stato Psicologia, prima prova: il Tema. Cosa intendono i prof quando nelle tracce scrivono modello teorico, paradigma teorico, cornice teorica, teoria, ecc? Che differenza c’è tra questi termini?
1) Ogni commissione attribuisce un significato diverso a questi termini
Purtroppo non ci sono significati oggettivi e assoluti.
Non valgono i significati del vocabolario, della garzantina o del manuale universitario.
Vale solo il significato che quella specifica commissione dà a quel termine in quella sessione.
Inutile impazzire per individuare un significato univoco e standard da assegnare, valido sempre e comunque.
Nessuno può stare nella testa del singolo commissario che corregge un compito.
Ogni commissario può dare un significato diverso, che rispecchia la sua formazione e le sue aspettative.
Allora come regolarsi, in assenza di regole assolute, quando i prof di una commissione non chiariscono quello che intendono?
Generalmente, nella prima e seconda prova, si usano, a volte in modo abbastanza vago, numerosissimi termini, come modello teorico, paradigma teorico, cornice teorica, riferimento teorico, teoria, ecc..
Tutti fanno per riferimento al cuore del tema, cioè a una teoria riguardante l’argomento della traccia.
Ovviamente una teoria che sia scientifica, corredata da ricerche.
Senza ricerche scientifiche, la teoria può essere contestata perché astratta e filosofica, senza validità empirica.
Non è una regola universale, ci sono eccezioni, ma generalmente, quando scegli una teoria da esporre, meglio privilegiare le teorie validate scientificamente.
2) Tanti termini per indicare la stessa cosa
Quindi alla fine qualunque termine (ce ne sono migliaia!) si può ricondurre alla parte teorica scientifica.
La teoria scientifica deve essere sempre presente in un tema, perché la professione di psicologo, in Italia, come impone anche il codice deontologico, deve essere basata su teorie scientifiche e validate (non su teorie astratte).
Lo psicologo, qualunque cosa faccia, deve farla a partire da una teoria scientifica validata che descriva quel problema e fornisca modalità per affrontarlo, in modo altrettanto scientifico, e non improvvisato o soggettivo.
Quindi, a prescindere dal termine specifico contenuto nella traccia, generalmente si fa riferimento a una teoria.
Si tratta sempre di prendere l’argomento e descriverlo in modo scientifico.
Se poi la parte teorico/scientifica venga chiamata in un modo o in un altro, alla fine sempre deve essere presente, perché è il cuore stesso del tema e della pratica.
E la prima prova serve a dimostrare come applicare la teoria alla pratica (come dice il Ministero).
Attenzione! Per prudenza, meglio non interpretare modello teorico come “approccio psicoterapeutico” (psicodinamico, sistemico, cognitivo-comportamentale, ecc.), a meno che i commissari non esprimano questa preferenza. Leggi anche qui per non rischiare.
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