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Attenzione a lanciarsi in disquisizioni giuridiche o interpretazioni di norme, giocando al “piccolo avvocato”!


Spesso all’orale, per capire o approfondire le norme, negli ultimi anni va di moda sconfinare in territori perigliosi, magari chiedendo lumi nei gruppi di auto-aiuto.

Oppure chiedendo risposte universali al docente di quel corso, all’autore di quei riassunti, al tutor di turno, agli amici che hanno fatto l’esame nella scorsa sessione con quella commissione o allo zio avvocato, al professore “che ha fatto il commissario in quella sede per tanti anni”, al Papa, ecc…

Ecco, tutte queste fonti non sono ufficiali, sono contestabili, non salvano durante prove, esami e concorsi di argomento psicologico.

Rifarsi a fonti “autorevoli” non è sufficiente

Nel dire che lo ha detto lo zio avvocato o peggio su un gruppo o peggio ancora qualcuno che a qualsiasi titolo arriva e dice che quella norma si deve interpretare così o cosà, ecco che suonano le sirene d’allarme…

Se proprio uno vuole approfondire norme e aspetti giuridici, suggerisco di farlo attraverso articoli, possibilmente pubblicati da ordini regionali o dall’Ordine Nazionale, che siano però firmati da qualcuno.

Così puoi specificare che quel commento e quell’approfondimento lo ha scritto Tizio in un articolo pubblicato sul sito dell’ordine taldeitali.

In questo modo, se i commissari hanno qualcosa da ridire, se la devono prendere con gli autori di quell’articolo.

Il candidato sta solo riportando quello che ha scritto Tizio e che ha trovato su una fonte di riferimento condiviso.

Non che quello che scrive un ordine sia verità assoluta, l’ordine non è il Papa, ma comunque è un riferimento condiviso che un prof non può contestare.

Il rischio di essere “blastati”

La giurisprudenza è immensa, ci sono eccezioni a qualsiasi cosa, per cui basta dire una cosa anche giusta o che sembra ovvia, ed ecco che il commissario in vena di polemiche, nel migliore dei casi ti “blasta”.

Questo è un termine che ho imparato da uno studente 14enne :).

Non sapevo fosse diffuso, comunque significa che ti deride (dall’inglese: to blast), che ti umilia un po’ davanti all’aula, facendo la voce grossa, criticando quello che dici.

E questo nel migliore dei casi: anche se ti blasta, fa male, ma sei salvo.

Nel peggiore dei casi, si può attaccare a quel cavillo per bocciare.

Limitarsi a riferire

Mi fa male il cuore a scrivere queste cose, però ne ho viste e sentite troppe in questi anni, di situazioni fuori controllo.

Va bene soddisfare il proprio legittimo bisogno di approfondire, ma appunto il candidato si limiti a riferire che “a questo proposito, Tizio in un articolo pubblicati sull’ordine regionale, sostiene che…”.

Così, si limita a fare da portavoce, non si arroga l’interpretazione di norme.


All’orale, è opportuno soppesare bene le fonti e il modo in cui vengono riportate, per evitare affermazioni perentorie e basate su fonti non sufficientemente autorevoli o pertinenti con l’argomento in discussione.

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.