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La dicitura “costrutti e variabili” corrisponde all’esposizione della teoria approfondita, che va illustrata in tutti i suoi aspetti: autori, teorie, ricerche.


Infatti, i costrutti sono i “concetti” psicologici, quindi memoria, apprendimento, aggressività, ecc, e si definiscono costrutti perché non sono osservabili e quantificabili con precisione come i dati fisici.

Né sono ben visibili e misurabili, ma sono ri-costruiti e teorizzati a partire da osservazioni, deduzioni, ipotesi.

Le variabili sono le dimensioni dei costrutti, i loro aspetti che variano, cioè che possono assumere valori diversi.

Esempio: un costrutto è l’aggressività, la variabile è una dimensione dell’aggressività che può essere misurata e che dipende dalla definizione di aggressività.

Se si definisce l’aggressività come “comportamento violento che si esprime attraverso gesti delle mani o del corpo finalizzati a sopraffare su un altro”.

Allora la varabile è l’azione di malmenare, schiaffeggiare, dare un pugno e quant’altro, visto che si possono contare quanti schiaffi, quanti pugni sono stati dati.

La variabile è ciò che può concretizzarla la definizione in azioni particolari e misurabili.

Altro esempio: Ebbinghaus ha studiato l’oblio (costrutto) e ha misurato, attraverso esperimenti, quante sillabe ricordava di una lista di 10 sillabe, quante ne dimenticava dopo un’ora o dopo un giorno, quali riusciva a ricordare meglio o peggio, se le prime o le ultime.

Le sillabe dimenticate o ricordate possono essere contate (ha ricordato dieci sillabe, due sillabe, ecc) dunque forniscono una misura oggettiva  dell’oblio.


In sintesi, costrutti e variabili è un’espressione generale per invitare ad esporre tutto quello che sai di una teoria e i contenuti sviluppati da quella teoria. 

 

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.