Piccole annotazioni per i temi su linguaggio e comunicazione.
Quando esce un tema sul linguaggio, tutti espongono la teoria di Chomsky e quella di Skinner. I prof ormai sono stufi di sentirle. Sono 2 teorie storiche, sono da conoscere.
Tuttavia, è meglio studiare altre teorie e aspetti del linguaggio, meno abusati. A questo proposito, nei manuali del kit 110elode, ho optato per la teoria di Bruner.
Riguardo al tema sulla comunicazione, non ho messo la teoria matematica della comunicazione, perché ormai è troppo vecchia e sfruttata, i prof non ne possono più di sentirla.
Lo stesso discorso, in parte, vale per la teoria della comunicazione di Palo Alto: per anni è stata la teoria più citata all’Esame di Stato di Psicologia nei temi sulla comunicazione.
Quindi ormai i prof non sopportano più neanche questa (ovviamente, non tutti!).
Tuttavia, alcune tracce richiedono riferimenti storici, oppure di delineare l’evoluzione storica di un costrutto, insomma di riportare qualche teoria storica, quindi questa teoria di Palo Alto, conviene saperla.
D’altronde, ormai gli assiomi sono una componente strutturale della comunicazione, un elemento costitutivo e sempre attuale, imprescindibile per uno psicologo in qualunque ambito lavori.
La teoria recente è quella di Gordon, e la suggerisco caldamente, perché è seguita da una serie di tecniche che sono quelle che poi si applicano anche nei colloqui con i clienti/pazienti/ecc.
Quindi questi contenuti sono altamente professionalizzanti e pratici! Tanti studenti dopo prove, concorsi ed esami di argomento psicologico, dicono di non saper ancora come gestire un colloquio.
Ecco, soprattutto i primi colloqui, sono tutti di ascolto attivo ed empatico, per cui imparando queste tecniche, si entra davvero nel vivo della professione.
Sono l’armamentario di base per qualsiasi colloquio, specificano cosa dire e cosa non dire.
Come costrutto sovraordinato andrebbe bene sia la metacognizione che la regolazione emotiva, ma nella comunicazione è più appropriata la regolazione emotiva, perché è un costrutto più connotato in modo emozionale e relazionale, a differenza del linguaggio che è più “tecnico”.
Lo studio, insomma, torna davvero utile anche per la professione.
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