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La teoria tripartita della memoria,  come l’avevo esposta nel vecchio kit per l’Esame di Stato di Psicologia.


Nell’ambito dello Human Information Processing, Atkinson e Shiffrin hanno elaborato una teoria tripartita della memoria, analizzando la dimensione strutturale, quantitativa e funzionale di questo processo.

Infatti, essi sostengono che la memoria sia articolata in tre magazzini dotati di differente ampiezza e durata e contenenti specifiche tipologie di contenuto.

1) Il Sistema Sensoriale

Il primo magazzino è il Sistema Sensoriale, che riceve gli input provenienti dai sensi e li trattiene per pochi secondi: si distingue in memoria iconica per gli stimoli visivi, ecoica per quelli uditivi, olfattiva, tattile, gustativa.

Sono stati compiuti anche esperimenti per studiarla: Sperling cercò di valutare quanti elementi visivi potessero essere visti in un breve intervallo di tempo, utilizzando un “procedimento a resoconto totale”.

Egli presentò ai soggetti una tabella 3×3, con 3 righe e 3 colonne, per un totale di 9 riquadri all’interno dei quali c’era una lettera dell’alfabeto.

Poi mostrò la tabella per 50ms, poi chiese ai soggetti quante lettere riuscissero a ricordare. I soggetti riuscivano a nominarne solo 4 o 5, ma riferivano di averle “viste” tutte e 9.

Sperling concluse, quindi, che in un breve tempo si poteva vedere un’intera immagine, ma non si riusciva a conservarla abbastanza a lungo da ripeterla.

Poi riprovò l’esperimento attraverso un “procedimento a resoconto parziale”, cioè chiedendo ai soggetti di rievocare soltanto una delle 3 righe della tabella, indicata da un apposito segnale acustico. Il numero di lettere rievocate dipendeva dall’intervallo tra la presentazione della tabella e l’emissione del segale acustico.

Se il segnale veniva emesso subito dopo la presentazione della tabella, i soggetti ricordavano tutte e tre le lettere della riga, se invece aumentava l’intervallo, diminuivano proporzionalmente le lettere nominate.

Da queste ricerche, Sperling confermò l’esistenza di un sistema sensoriale ad elevata capacità e a rapido decadimento, dove l’informazione è codificata nella stessa forma dello stimolo originario (stimolo visivo = informazione iconica, stimolo uditivo = informazione uditiva, ecc).

2) La  Memoria a Breve Termine

Il secondo magazzino è costituito dalla Memoria a Breve Termine, dotata di limitata capienza, dove le informazioni permangono per un periodo breve, assimilabile a circa 30 secondi.

La capienza è stata quantificata dall’esperimento dello “span di cifre” di Ebbinghaus, che osservò come dopo aver ascoltato una lista di sillabe, fosse possibile ricordarne mediamente 7, e poi ulteriormente approfondita da Miller, secondo il quale la Memoria a Breve Termine può trattenere da 5 a 9 cifre.

Egli definì questa quantità come “il magico numero sette”, proprio perché mediamente i contenuti trattenuti erano “7 più o meno 2” ed erano da intendersi non come elementi singoli, ma anche come chunks, cioè coppie, terne o raggruppamenti di elementi.

La velocità di recupero dipende dal numero di informazioni, poiché se ci sono poche informazioni, la velocità di recupero aumenta, se ci sono molte informazioni, si impiega di più a memorizzarle e recuperarle.

Ciò è stato confermato anche da un esperimento di Sternberg, che ha proposto a gruppi di soggetti liste di cifre (da 1 a 6) e poi una cifra di controllo.

I soggetti dovevano dire se la cifra di controllo era contenuta nella lista di cifre precedentemente comunicata. Se la lista precedente era breve, il riconoscimento avveniva più velocemente.

I contenuti possono passare dalla Memoria Sensoriale a quella a Breve Termine se sono sottoposti a reiterazione, cioè se vengono ripetuti più volte.

3) La Memoria a Lungo Termine

Il terzo magazzino è la Memoria a Lungo Termine, dotata di capienza e durata estesa, forse illimitata, poiché le informazioni contenute probabilmente non scompaiono mai, benché possano diventare più difficilmente accessibili.

Si distinguono, al suo interno, due differenti tipologie di informazione: quella dichiarativa, costituita da proposizioni, pensieri e ricordi espliciti, e quella procedurale, costituita da modalità di esecuzione di un’azione (andare in bicicletta, guidare la macchina, ecc).

All’interno della Memoria a Lungo Termine, le informazioni sono distribuite sotto forma di rete, con numerosi nodi: ogni informazione attiva un’altra informazione ad essa collegata e si propaga finché non si attiva l’intera rete.

4) Punti di debolezza della teoria tripartita della memoria

La teoria tripartita di Atkinson e Shiffrin ha consentito di illustrare in modo dettagliato e completo i processi di memoria, tuttavia, secondo alcuni studiosi, presenta criticità.

Innanzitutto, essa formalizza eccessivamente il processo di memoria e soprattutto presuppone il passaggio da un magazzino all’altro attraverso una modalità meccanica e passiva qual è la ripetizione.

Invece, secondo la teoria della profondità di elaborazione di Craik e Lockhart, è possibile rafforzare il ricordo attraverso la “profondità di elaborazione”.

Se un’informazione nuova è connessa con quelle già acquisite, se è emotivamente significativa, se è ben organizzata, chiara, ordinata, facilmente e velocemente passerà alla Memoria a Lungo Termine.

Senza la necessità di ripetizione, ma grazie alle sue caratteristiche strutturali.


Nell’attuale edizione del Kit di Preparazione per l’Esame di Stato Psicologia ho abbandonato la teoria tripartita della memoria, perché ormai inflazionata e l’ho sostituita con teorie più recenti. 

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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.