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Tesi in Psicologia: gli argomenti ormai banali

Per essere originale, è opportuno escludere argomenti che i commissari sono stufi di sentire, come i seguenti.

Per Psicologia clinica dell’età adulta

Sono diventati ripetitivi per le tesi in Psicologia: il disturbo borderline di personalità, il disturbo narcisistico di personalità, i disturbi del comportamento alimentare, le tossicodipendenze e le dipendenze senza sostanze, i disturbi post-traumatici e i traumi di ogni sorta che sono da anni ormai sviscerati da ogni punto di vista (teorie, pattern di attaccamento, interventi psico-corporei, anche i più innovativi e strani) e non se ne può davvero più.

Anche gli argomenti sulla violenza di genere e stalking, sono ormai bolliti. Sull’onda delle brutte notizie che sentiamo ogni giorno, vengono scritti cumuli di tesi ad ogni sessione e non c’è ormai seduta di laurea senza che qualcuno porti questi argomenti in ogni declinazione. Anzi, è paradossale che nonostante questo fiorire di lavori scientifici, il fenomeno continui a espandersi, segno di un grave gap tra ricerca accademica e realtà sociale.

Per Psicologia clinica dell’età evolutiva

Disturbi specifici dell’apprendimento, disabilità intellettiva, adhd e autismo in tutte le salse, soprattutto se i commissari lavorano anche nei TFA, cioè nei corsi di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità, dove tutte le tesine finali vertono su queste patologie e ormai sono venute a nausea a qualunque relatore.

Per Psicologia del lavoro

Risultano ormai fritti e rifritti argomenti come stress, burnout (soprattutto per infermieri, medici e insegnanti), smart-working, sfruttatissimi nei 3 anni successivi alla pandemia da Covid-19.

Per ogni settore psicologico, nelle tesi di laurea è stato infine ormai abusato l’argomento Mindfulness: non ha più nulla di originale e di innovativo per le commissioni di laurea, che ne hanno ormai sentita ogni ricerca e applicazione, anche la più fantasiosa.  

E se ti interessano proprio questi argomenti?

Ciò non significa che, se ti interessano questi argomenti, non dovrai proporli al relatore: dipende anche dagli interessi di ricerca del relatore, perché per avere maggiori probabilità che accetti la tua proposta di tesi, è bene che l’argomento da te proposto si posi in qualche misura con i suoi interessi di ricerca.

Inoltre, è opportuno circoscrivere l’argomento, ispirandosi ai titoli degli articoli scientifici, che puoi trovare su Google Scholar, inserendo parole chiave di tuo interesse. I titoli degli articoli scientifici sono molto lunghi, circostanziati, focalizzati su costrutti molto specifici, e così dovrebbe essere anche il titolo di una tesi di laurea.

Infine, soprattutto se si tratta di una tesi magistrale, è opportuno dare un taglio pratico, ad esempio trattando un intervento, così la tesi aiuterà anche nella transizione, spesso drammatica, dalla laurea al lavoro, come talvolta neanche il tirocinio riesce a fare.

Un’ultima considerazione, che faccio sempre con i laureandi che seguo, è di agganciare l’argomento al proprio lavoro o obiettivo lavorativo, sempre per il discorso di sfruttare la tesi per aiutarsi nel passaggio dalla laurea al lavoro, e ultimamente anche di considerare le potenzialità editoriali, cioè la possibilità di pubblicare (anche in autonomia) la propria tesi, per arricchire il proprio curriculum o la propria autorevolezza in un settore.


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Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.