Seleziona una pagina

Il peer tutoring è una metodologia di insegnamento e apprendimento attiva e interattiva che promuove l’inclusione degli studenti e la costruzione di relazioni significative, consentendo di imparare gli uni dagli altri.


Definizione di peer tutoring

Topping (2018) definisce il peer tutoring come una metodologia di apprendimento cooperativo in cui la coppia di studenti condivide obiettivi di apprendimento, ma differisce nel ruolo rivestito da ciascuno.

Infatti, ogni coppia è costituita da un tutor, che guida il processo, e da un tutee, che viene sostenuto nel suo percorso di apprendimento.

Il peer tutoring prevede la creazione di piccoli gruppi o coppie di alunni, con ruoli specifici, quello del tutor, che sostiene e supervisiona, quello del tutee, cioè dell’alunno che riceve il sostegno da un compagno.

Da leggere: elenco di 25 metodologie didattiche (con manuale)

Come attuare il peer tutoring

Si individuano le aree di eccellenza di tutor e tutee, che può essere unbambino con disabilità, perché tutti possiedono interessi e abilità specifiche, che possono condividere con gli altri o mettere a disposizione degli altri per aiutarli a risolvere un problema o raggiungere un obiettivo.

I ruoli poi si invertono, in modo che ciascuno li ricopra entrambi.

Dunque, tra tutor e tutee si stabilisce una relazione asimmetrica, che dipende dalle rispettive conoscenze e competenze riguardo a un argomento.

Si parte dal presupposto che tutti abbiano punti di forza e possano insegnarli agli altri o quantomeno farli conoscere, quindi a turno ciascuno riveste sia il ruolo di tutor che di tutee, anche se con compagni diversi.

Calarsi in entrambi i ruoli aumenta l’empatia, perché consente di comprendere le difficoltà e le strategie per affrontarle, sviluppando rispetto, ascolto e cooperazione.

Effetti positivi sull’apprendimento

Sia i tutor che i tutee beneficiano di questa metodologia.

I tutee possono rivolgere dubbi, domande e richieste di chiarimento e ricevono istruzioni dirette da un loro pari, piuttosto che da un adulto, che può suscitare inibizioni ed essere percepito con distacco.

Infatti, spesso gli studenti in difficoltà hanno meno remore a chiedere spiegazioni ai compagni piuttosto che all’insegnante, vissuto come autorevole e giudicante.

I tutor ne traggono vantaggio poiché rafforzano le loro conoscenze rispondendo alle domande dei tutee, predisponendo il percorso di apprendimento, spiegando in modo semplice i concetti, così da chiarirsi anche a loro stessi e assimilarli e migliorando dal punto di vista dell’organizzazione e della comunicazione delle conoscenze che possiedono.

Requisiti per l’efficacia del peer tutoring

Affinché tale metodologia didattica funzioni, secondo Cottini (2004) occorre rispettare alcuni criteri.

Essa deve essere applicata in un contesto collaborante, dove dirigente scolastico, insegnanti curriculari e di sostegno ed eventuali altri operatori lavorino in sinergia e non isolatamente.

Gli alunni dovranno essere preparati ad assumere il ruolo di tutor, attraverso un’apposita formazione che insegni loro a spiegare con chiarezza e a dare feedback incoraggianti.

I contenuti che i tutor trasmettono non devono essere per forza legati alle discipline scolastiche, ma anche ad altre abilità o interessi che ciascuno coltiva in ambito extrascolastico.

I materiali didattici messi a disposizione dei tutor per svolgere il loro ruolo dovranno essere predisposti dagli insegnanti e semplificati, insieme alla strutturazione di un sistema di gratificazioni.

Da leggere: 4 piani dell’inclusione scolastica

Bibliografia

The following two tabs change content below.
Sono Stella Di Giorgio, psicologa e tutor per studenti lavoratori di Psicologia e TFA. Scrivimi a tutor@110elode.net per aiuto tesi.